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  • : Articoli e recensioni di economia e finanza, con qualche commento sull' attualità politica, senza però," entrare " troppo nella faziosità. Penso possa attirare l' attenzione di molti internauti . J.M.K.
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  • Penso che il blog, possa diventare un "punto fermo" per molte persone, un' occasione d'incontro per mettere in evidenza soluzioni o, quantomeno,  concetti, che possano servire a superare in modo costruttivo, non distruttivo, questa depressione econom
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Articoli e pagine, trattati di economia e finanza e affini, da commentare, con occhio critico, rivolto all' attualità economico - finanziaria e non solo ... J.M.K.

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Il petrolio
5 ottobre 2010 2 05 /10 /ottobre /2010 10:00

 

 

http://giangi.pdn.over-blog.it/article-28984965.html

 

Siamo finalmente arrivati, ad un punto " fondamentale ", ad uno snodo cruciale, per il nostro dibattito, sulla situazione politica, ecomico - finanziaria e sociale, nella quale, abbiamo vissuto per circa un ventennio : LA GLOBALIZZAZIONE .

 

All' inizio di quest' " epoca  innovativa ", si pensava, o meglio, pensavano i principali fautori di questo " progetto ", che , la globalizzazione, avrebbe portato ad uno sviluppo illimitato, sul fronte economico con, una crescita " senza freni " della cosidetta " FINANZA GLOBALE ".

 

La storia però, come nella maggior parte dei casi, " ha presentato il conto "  facendo si che, la " ventata di ottimismo ", avutasi tra la fine degli anni ' 90 e l' inizio del nuovo millennio, è andata scemando molto velocemente.

 

Negli ultimi 3 anni, oltre a perdere competitività, sul mercato, con conseguente perdita di posti di lavoro e, quindi, di una riduzione del livello di benessere collettivo, " la vecchia Europa ", è stata lentamente " plagiata ", da un nuovo modello produttivo senza apparenti regole o, quanto meno, regole " nuove ", provenienti dai cosidetti paesi ( nazioni ), N. I. C. ( New Industrialised Countries  ) che, con il loro modo di " fare impresa ", hanno messo in crisi i nostri modelli produttivi .

 

La mano d' oprera a basso costo, la scarsa qualità del venduto, e, di conseguenza, un rapporto QUANTITA' / PREZZO, INSOSTENIBILE, per il nostro mercato interno, hanno potrtato al CRUSH, se si aggiunge poi, una fluttuazione, " che, a mio modo di vedere le cose, definirsi anomala è dir poco ", dell' euro, nei mercati internazionali, non ci si può stupire, dell' attuale DEPRESSIONE .

 

L' ultimo aspetto di tutto questo " enorme casino ", ( scusate per la parola un po' scurrile ma, secondo me, casca " a fagiolo "  ), è la mancanza, quasi totale, in qusti paesi sopracitati, di un sistema di WALFARE o, almeno, di un sistema di ammortizzatori sociali, come viene inteso, nel mondo occidentale .

 

  J.M.K.

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23 settembre 2010 4 23 /09 /settembre /2010 15:13

 

http://giangi.pdn.over-blog.it/article-la-gestione-della-res-publica--41341528.html

 

http://giangi.pdn.over-blog.it/article-glossario--39299591.html

 

 

Questo argomento, dibattuto dai più grandi " luminari ", fin dai tempi dei tempi, può essere una diatriba infinita che, in questa sede, cercherò di riassumere in uno spazio ristretto .

 

 

 " L' Italia, dal dopo guerra, ad oggi, ha attraversato diversi " periodi economici " :

 

Dalla ricostruzione degli anni '50, all' epoca del BOOM DEGLI ANNI '60, durante il quale, il P. I. L., cresceva a ritmi, che per i nostri tempi, possiamo pure definirli vertiginosi, alle crisi ( e queste sì che, si possono definire tali ), degli anni '70 e '80 dove, comunque, i ritmi di crescita econmica e, se vogliamo, anche finanziaria, erano sostenuti, agli anni '90, dove, a mio parere, si assistette, ad un altro " piccolo boom ", fino ad arrivare ai giorni nostri ...

 

Ecco, proprio di queti ultimi, vorrei parlarvi, giorni, mesi anni nei quali, si è data un accelerazione senza motivo e, soprattutto " senza freni ", alla spesa pubblica corrente, con la moltiplicazione di Enti, strutture complicatissime che, sono servite solo ad " alcuni personaggi ", per accrescere la burocrazia, mettere " apposto " mano d' opera ( se così possiamo definirla ), INUTILE, creEando così, una voragine, ormai, in continua crescita, nei conti pubblici .

 

La spesa pubblca, specie in questo periodo, dovrebbe servire, a fare da volano, per una seppur difficile RIPRESA ECONOMICA, ancor prima che FINANZIARIA, anche se, sappiamo tutti molto bene che, non è così .

 

La spesa pubblica, dovrebbe essere riformata, dagli organi e, dalle persone competenti, intervenendo in modo STRUTTURALE sul debito, non, UNA - TANTUM, ed, un esempio pratico, sarebbe quello di RAZIONALIZZARE GLI ENTI PUBBLICIche, non vuol dire, " tagli indiscriminati ", a qualsiasi voce di bilancio, riguardante gli organici o, le attrezzature o, ancor peggio, alle infrastrutture, ( pensandoalla sanità ) ma, smplicemente, fare uno screening dei costi e, vedere se sono proporzionati, ai servizi offerti e, dove si riscontrano, per così dire, " anomalie del sistema ", mettere in atto una riorganizzazione .

 

J.M.K.

 

 

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2 giugno 2010 3 02 /06 /giugno /2010 17:52

 

http://europa.eu/legislation_summaries/economic_and_monetary_affairs/institutional_and_economic_framework/treaties_maastricht_it.htm

Cari amici ed amiche,

Pubblico questo articolo, in stile lettera ai lettori, perchè sia visibile il più possibile :

Il Presidente della B.C.E., J. C. Trichet, ( francese ), ha abbassato il tasso di riferimeno europeo, ( tasso d'interesse ), al minimo storico, da quando esiste la moneta unica, portandolo così all' 1,25% ( abbassandolo cioè di 25 punti base, rispetto al precedente 1,50%

.

... successivamrnte, portato " addirittura ". all' 1 % .

Questa iniziativa è molto importante date le condizioni economiche attuali poichè, A, permette agli Stati che hanno adottato l'  euro, di tenere sotto controllo il deficit, in primis e, il debito pubblico a breve e, soprattutto perchè fa tornare un po' di ottimismo nel mercato azionario, essendo ormai, i rendimenti dei titoli di stato negativi rispetto all' inflazione  ( che dovrebbe, in ogni caso essere inferiore al tasso di riferimento fissato )    ed avendo, il mercato delle compravendite immobiliari, un crollo continuo.

Attenzione, non voglio esortare i lettori, a facili guadagni o false " chimere " ma, solo dire che :

 

" L' INVESTIMENTO IN AZIONI, DI QUALSIASI SOCIETA', AIUTA LA STESSA AD INVESTIRE E AD INFONDERE FIDUCIA AL SETTORE IN CUI OPERA, AIUTANDO COSì IL MERCATO DI PROPRIA COMPETENZA AD ESPANDERSI ( INDOTTO ) " .


J.M.K.

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31 maggio 2010 1 31 /05 /maggio /2010 23:00

 

 

http://giangi.pdn.over-blog.it/article-l-euro-50676214.html

 

La politica, non è più volta al cittadino, sta' diventando sempre più una " faccenda " esoterica, ultraterrena, poichè, in questi anni si è mal gestita la " res pubblica " ( cosa pubblica ), perdendo di vista i principi fondamentali del bilancio ( competenza, correttezza,  trasparenza ), creando così il "caos" che, volgerà all' anarchia, a causa della " democrazia - drogata ",  dove, le parole d' ordine, sono sempre state : statalismo, dirigismo e, assistenzialismo , creata nel 1948 da parte di persone, che già prevedevano e pronosticavano, tramite leggi a d.o.c. il disordine economico e, di conseguenza, sociale .

 

La " spersonalizzazione " delle responsabilità e delle competenze, in a mbito manageriale, hanno portato nel recente passato e porteranno in futuro, alcune aziende, a partecipazione pubblica, sia a livello centrale, che locale, ad avere grossi problemi di liquidità, senza cntare, il problema della " spazzatura ", che in questi anni, grazie ad una gestione dissennata della contabilità, hanno in pancia, alcuni comuni .

 

Infine, vorre porre a voi lettori, un quesito fondamentale :

" Chi ha dato l' autorizzazione ai comuni, l' " autorizzazione " ad acquistare sul mercato questi " titoli tossici ", e con quali soldi ? "

La " robaccia " che hanno acqistato dalle banche, è stata rifilata loro da consulentI o promotori, si suppone abilitati all' offerta di,  quindi avrebbero dovuto sapere quando far vendere sul mercato questi titoli, essendo comunque NEGOZIABILI !

 

 VIVA LA " REAL POLITIQUE " française ...


J.M.K.

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18 maggio 2010 2 18 /05 /maggio /2010 22:38
 
 

 

 Quando nel 1998 a Maastricht ( Olanda ), fu' sancita, tramite un trattato, la nascita di un' unione monetaria tra i paesi che componevano la C. E. E. ( comunità economica europea ), istituendo l' ecu, " l' antenato " dell' euro, per il momento moneta virtuale che appariva solo nelle transazioni telematiche, accanto alla lira, valuta corrente, si poserò altresì, per i paesi aderenti, dei vincoli di bilancio da rispettare per una stabilità futura ( es. : rapporto deficit - P. I. L. non superiore al 3 % ) .  

 

Alcuni stati, più precisamente Inghilterra, Danimarca e Svezia, scelsero di non parteciparvi ma, stare alla finestra avvalendosi della clausola opting - out  che, permetteva, a chi ne facesse richiesta, la deroga all' adesione immediata all' euro ponendo, comunque, un' opzione per un ingresso futuro .

 

Dal primo marzo 2002, dopo due mesi di doppia circolazione di valuta lira / euro, quest' ultimo, divenne la moneta ufficiale dei paesi aderenti a Maastricht, ciò permise in primo luogo, di eliminare le commissioni applicate al cambio tra monete di stati aderenti, secodo poi, di avere un' unica divisa, quotata nei mercati valutari mondiali .

 

Dopo una veloce disamina della storia recente della politica monetaria dell' Europa, partirei da una frase molto chiara e semplice : " non è possible creare un' unione monetaria tra stati, aventi economie disomogenee, sia dal punto di vista del mercato interno, sia da quello dell' export " .

Legare e successivamente allargare i " confini economici " di un Europa, inizialmente politica, ha portato l' euro ad una catastrofe inevitabile, una svalutazione, ( che di norma, dovrebbe essere orchestrata e decisa, dagli enti competenti ), dovuta solo ed unicamente a problemi in seno all' unione stessa, favorendo certamente l' export, almeno in un primo momento ma, che porterà un' ATROFIA prolungata sul versante dei consumi interni, causata dal lento ma progressivo rialzo. dei prezzi al consumo .

 

J.M.K.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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9 aprile 2010 5 09 /04 /aprile /2010 16:09

 

 

Sia dal punto di vista economico, che da quello finanziario, le due dep più devastanti degli ultini duecento anni, hanno delle differenze rilevanti, sia per motivi storico - politici che, per eventi legati alla cosidetta globalizzazione degli scambi " .

 

Nel 1929, si era da poco usciti dal primo conflitto mondiale che, lasciò morte e distruzione ( soprattutto nei fronti europei ), ed era il periodo della conseguente ricostruzione, delle nuove scoperte, delle nuove invenzioni, prima tra tutte l' autovettura che, cominciava a farsi largo, non come bene di " nicchia " ma, come bene di largo consumo, questo, fece da volano per una lenta ma inesorabile ripresa economica che, nonostante importanti personaggi " al timone della riscossa ", quali : F. D. Rooswelt ed H. Ford, non dimenticando J. M. KEINS DETENTORE DELL' ECONOMIA NEO - CLASSICA, diede i suoi primi frutti, tangibili, solo verso la fine della seconda guerra mondiale .

 

Per quanto riguarda  il sistema bancario, all' epoca, le banche più " grosse " ( capitalizzate ), riuscirono a rialzarsi più forti e più potenti di prima, e la depressione, per loro, finì prima, per due motivi; prima di tutto la divisione delle banca in due, banca di servizi e banca d' investimenti, che permise di finanziare le nuove imprese, in secondo luogo la guerra, che permise la riconversione di alcuni settori produttivi .

 

  Tornando ai giorni nostri, alla " nostra depressione  ", tanto per capirci, i parametri economico - finanziari sui quali confrontarci, sono radicalmente differenti, in quanto, non si può più parlare, a mio avviso, di invenzioni di nuovi strumenti / prodotti, oggetti in genere ma di innovazioni di quelli già esistenti inoltre, sempre secondo me, si va verso la sturazione nella quale alcuni settori produttivi, a causa del continuo rinnovamento ed avanzamento tecnologico di alcune merci, si avrà la loro saturazione .

 

" La nostra è un' epoca di innovazione, quella dei nostri nonni, era un' epoca di scoperte e invenzioni, di mercati inesplorati, quindi estremamente lungimiranti ergo, redditizi " .

 

Eccoci arrivati, infine, all' aspetto finanzirio attuale dove, alcune grandi banche, essendosi negli anni delocalizzate ( globalizzate ), hanno però così diversificato  e di conseguenza aumentato " troppo " il loro  " rischio d' impresa ", pagando dazio al mercato mentre, le piccole, essendo, per loro natura, più radicate sul territorio, hanno, non tutte ma, la maggior parte, ammortizzato le perdite in conto capitale, potendo così, oggi, essere più vicine al tessuto produttivo locale .

 

 

J.M.K.

 

 

 

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29 gennaio 2010 5 29 /01 /gennaio /2010 13:00

 

Cari amici ed amiche,

Dopo aver studiato attentamente la situazione sul versante delle " finanza pubbliche ", e i due articoli suul' argomento, apparsi lo scorso mese lo dimostrano, posso affermare, quasi con certezza che, il prossimo capitolo della depressione economico - finanziaria che, oramai si protrae da circa due anni e mezzo, sarà " rappresentato degnamente ", dalla difficoltà degli Stati, a far fronte al proprio DEBITO PUBBLICO .

Qualcuno, forse neofita, o almeno lo spero, si domanderà il perchè di ciò ...

Ebbene, presto detto; la domanda che pongo a voi che leggete, è la seguente :
"  CHI ACQUISTERA' , O PER MEGLIO DIRLA, ACQUISTA OGGI, CON LE CONDIZIONI CHE IL MERCATO OFFRE, I TITOLI DEL DEBITO PUBBLICO ( BOND ), EMESSI, OVVIAMENTE, DAGLI STATI, IN PRIMIS QUELLI EUROPEI ? "

Lascio a voi, qualsiasi considerazione e valutazione sull' argomento ...

J.M.K.



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27 gennaio 2010 3 27 /01 /gennaio /2010 15:39

 

 

 

La proposta di una " certa parte politica ", di dare l'assegno di disoccupazione a chiunque perda il lavoro, concepita così, potrebbe essere anche oggetto di discussione, se non fosse per un " piccolo " particolare, siamo in Italia, il paese con il secondo debito pubblico al mondo che però, NON HA, la seconda economia, ( intesa come P. I. L. ) mondiale .

Sì, avete ragione, far ricadere le colpe del passato sulla nostra generazione e su quella dei nostri genitori, non è giusto ma, ci sono due variabili sulle quali vorrei concentrare l' attenzione dI voi, che leggete :

- l' una economica, in quanto sarebbe impossibile gestire un flusso in uscita che, in alcuni casi, potrebbe rivelarsi " fittizio ", lo stato italiano perciò, non può permettersi di entrare in una spirale che, senza riforme strutturali sul debito pubblico e tagli mirati agli SPRECHI, porterebbe ad un' economia cosidetta " pianificata " , in altre parole, si creerebbe uno stato puramente basato sull' assistenzialismo, con il rischio di rimanere tagliati fuori da un' eventuale futura ripresa economica .

 

- l'altra, finanziaria, voglio dire che, in un periodo nel quale, la leva monetaria in Europa è praticamente inesistente per gli Stati sovrani (i tassi dei titoli di Stato, sono negativi rispetto all'inflazione), si DEVE RIDURRE IL DEFICIT E, DI CNSEGUENZA, IL DEBITO PUBBLICO, ATTRAVERSO RIFORME STRUTTURALI, PRIMA DI PENSARE AL " WELFARE STATE" ( stato sociale ), nel senso della spesa, es. aumentare l' età pensionabile in alcuni settori lavorativi, anche perchè , per fortuna, in Italia esistono gli ammortizzatori sociali...

J.M.K.

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2 novembre 2009 1 02 /11 /novembre /2009 16:50


Cari lettori,

Come  vi avevo promesso, sono a scrivere la " succulenta " e, " imprevedibile " continuazione ed ergo conclusione del precedente " La lira " :

Nella seconda parte del secolo scorso, la lira, appunto, subì forti e costanti svalutazioni, addirittura nel mercato valutario, nel cambio con una stessa valuta estera, ad esempio il DM ( marco tedesco ), non coincidevano le quotazioni, tra quel che marcava la lira contro il marco, alla borsa di Milano, rispetto alla quotazione a Francoforte ( sede della borsa tedesca ) .

Ovviamente, la quotazione rilevata all' estero, era a svantaggio della lira, ciò vuol dire che, se ad esempio in Italia per comperare un marco ci volevano, in un dato momento della contrattazione, 1000 lire, in Germania, potevano volercene ( questo è solo un esempio, ripeto ), 1010 .

Questo, cosa ha comportato, da un lato maggiori esportazioni, grazie alla debolezza della lira ma, e chi c' era, lo sa, inflazione galoppante, crescia continua dei rendimenti dei B.O.T. con conseguente accelerazione del debito pubblico .

J.M.K.

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29 ottobre 2009 4 29 /10 /ottobre /2009 11:08



Questo argomento, volevo già trattarlo alcuni mesi fa ma, non avevo ancora tutti gli elementi, per mettere in piedi, una discussione su una " faccenda " molto spinosa che, in molti, credono, " morta e sepolta ", dall' euro :

La " cara vecchia lira ", ebbe, per chi non lo sapesse, una storia gloriosa, a cominciare da Sella, passando per Crispi, Volpi ( nel periodo della " Great depression " del ' 29 ), fino ad arrivare al fatidico 28 febbraio 2002 .

Passando per continue svalutazioni, dovute anche ma, non solo a pagamenti anticipati di crediti che, in alcuni casi sarebbero sennò, stati inesigibili, avendo però, in questo modo, favorito l' export, siamo arrivati ad un cambio contro l' euro, che oramai conosciamo tutti, di 1936,27 lire .

Fin ora, ho fatto solo una piccola cronoistoria, ma, c' è di più, molto di più  ...

Aspettate con ansia l' articolo intitolato " la lira 2 " e ... saprete di cosa stò parlando .

J.M.K.

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" in questi quasi cinque anni di attività, ho scritto e avete commentato molti temi, più o meno " caldi ", l' attualità si è ben sposata con le previsioni di quel che stiamo vivendo ora . Ma, la libera opinione, sebbene di strada, ne abbiamo fatta insieme, resta ancora un miraggio visto che, comunque alcune persone, direttamente o indirettamente, controllano le idee di molti . Spero, le idee che noi abbiamo provveduto a rendere pubbliche, attraverso il blog, siano forriere di libertà d' espressione e di azione " . J.M.K.

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Come J.M.K., penso che, lo Stato, può fare da moltiplicatore sui redditi, purchè, la spesa sia finalizzata ad investimenti produttivi, tagliando gli sprechi e rimodulando la stessa, tra Nord e Sud . Queste parole, sottointendono, un concetto esplicito cioè il fatto che, prima, c' è l' Europa delle Nazioni e poi, l' Europa dei burocrati e dell' euro che, DEVE ESSERE AL SERVIZIO DELLE PERSONE !